“Non c’è una differenza specifica tra la F1 e la Formula E. La macchina e il format sono completamente diversi da quello che ho fatto negli ultimi anni. La maggior parte dei circuiti sono cittadini, rispetto alla F1 dove puoi trovare circuiti classici, e i circuiti cittadini sono molto più difficili perché ogni errore ti costa molto di più e la macchina è completamente diversa da guidare in frenata, dal carico aerodinamico, alle gomme, al suono stesso. Per me è stato come ricominciare da zero e in più mi ritrovo in un campionato dove la maggior parte dei piloti ha tantissima esperienza, alcuni sono in Formula E sin dall’inizio, piloti molto forti che conosco dai tempi dei go-kart”. Lo ha detto Antonio Giovinazzi, pilota italiano in Formula E con il team Dragon Racing, in un incontro in vista del prossimo E-Prix di Roma ad aprile, sull’impatto che ha avuto in Formula E dopo aver lasciato la F1. “Questo è un campionato veramente difficile, me lo aspettavo, anche se non così tanto, ma sono soddisfatto del miglioramento che ho fatto tra la prima e la seconda gara e in prospettiva dei prossimi week-end spero che sia io che il team possiamo portare a casa dei buoni risultati”, ha aggiunto il pilota italiano, l’unico in questa categoria.
“Il circuito di Roma? Non l’ho ancora visto ma al simulatore abbiamo già fatto dei test. E’ uno dei circuiti più spettacolari, belli e difficili, con tanti saliscendi, tante elevazioni, curve strette e veloci, un circuito abbastanza completo, ma che non perdona. Dovremo ancora fare molti giorni al simulatore che è l’unico strumento che possiamo usare prima della gara ma non vedo l’ora di essere in pista. Posso dire che non avendo giorni di test, essendo arrivato ai primi di dicembre è difficile competere subito al massimo. Il mio obbiettivo non è stato tanto arrivare subito ed andare sul podio, ma migliorare gara dopo gara e posso farlo ancora, ma dire quando potrò andare sul podio o vincere delle gare non lo so ancora, non mi sento ancora a mio agio con tutto”, ha proseguito Giovinazzi in vista del doppio appuntamento a Roma il 9-10 aprile.
Giovinazzi è approdato in Formula E dopo aver dovuto lasciare la F1. “Voglio ringraziare Dragon-Penske per l’opportunità che mi ha dato all’ultimo secondo quando ho saputo della mia uscita dalla F1 a novembre. Sono stato contento di aver trovato una situazione in Formula E, perché era uno di quei campionati che volevo fare, al di fuori della F1, perché ho guidato tantissime macchine nella mia carriera, dai prototipi, ai Gt, al Dtm, ma il mondo elettrico mi mancava. Il Team ha supportato tanto questo campionato ed ha tanta esperienza e insieme possiamo fare bene. Non abbiamo iniziato come volevamo ma ci sta”.
“Il mio futuro in F1? Sono un ragazzo che pensa poco al passato e al futuro, mi piace di più concentrarmi sul presente. E’ vero che il futuro è importante, anche prepararlo e capire cosa si vuole, ma senza un buon presente il futuro non è bello. Per adesso mi concentro su quello che ho, fare bene in la Formula E, perché so che se faccio bene in un altro campionato, al di fuori della F1, come ho fatto in Gp2, in F3 e in Dtm, se faccio bene anche qui divento un pilota ancora più completo e il futuro può essere anche migliore”, ha detto Giovinazzi sulle possibilità di un ritorno in F1. “Onestamente anche la tempistica che ti dà la Formula E è importante perché abbiamo iniziato a fine gennaio e finiremo ad agosto e potremo poi avere quasi 2-3 mesi per capire se ti è piaciuto, se vuoi continuare a fare questo, se c’è una strada migliore. Per ora mi concentro per fare bene qui e dopo agosto capirò cosa è meglio per me”, ha aggiunto il pilota, ultimo italiano in F1 e unico in Formula E.
Vincere è complicato in questa prima stagione ma Giovinazzi ci proverà già a Roma. “Ogni pilota spera in una vittoria ma la Formula E ha fatto vedere che tutto può succedere, anche a Roma stessa, il darò il 200% per arrivarci il prima possibile, se non sarà a Roma, magari a Montecarlo o nella gara successiva”, spiega il pilota contento di gareggiare in Italia con il pubblico a sostenerlo. “E’ bello ritrovare i tifosi in tribuna, con il covid noi sportivi non abbiamo avuto il supporto e l’affetto dei tifosi e venire a Roma vicino a dove sono cresciuto è bello, avrò vicino la mia famiglia, i miei amici e sarà un bel week-end perché è uno dei luoghi più belli del mondo”. Per Giovinazzi in questa stagione ci saranno tre circuiti ‘casalinghi’: Roma, Montecarlo e Giacarta. “Nel 2020 in F1 abbiamo fatto tre Gp in Italia: Imola, Monza e Mugello, quest’anno mi ritrovo a Roma dove sono cresciuto, Montecarlo dove vivo e Giacarta è importante perché ho vissuto lì per quasi un anno, una Paese che mi ha dato tanto dandomi la possibilità di andare avanti nella mia carriera. Saranno tre gare con affetti diversi ma importanti”.
Le differenza tra la F1 e la Formula E sono tante, come confessa l’ex pilota dell’Alfa Romeo Racing. “In F1 hai la necessità di gestire le gomme e la benzina ma in Formula E non c’è tutto questo, c’è una strategia e uno stile di guida molto diverso, che non è mai esistito per me e per questo è come ripartire da zero. Tanti piloti per questo fanno fatica soprattutto all’inizio, ma è tutto difficile e stimolante. La differenza maggiore sono le gomme. Avendo un pneumatico stradale guidare all’inizio e alla fine è molto diverso. Purtroppo non ci sono i test quindi il simulatore è l’unica possibilità di provare circuiti cittadini che non ho mai visto. Un pregiudizio che avevo sulla Formula E? Non ne avevo. Mi aspettavo una macchina e un campionato molto difficile perché molto lontano da quello che ho fatto fino ad ora, è una sfida che sto affrontando con tanto impegno. Mi sono sentito come in un nuovo sport e mi è piaciuto sin da subito, sto studiando tanto e sono tanto motivato. La differenza tra la Formula E e la F1 più che fisica è mentale. Devo fare quasi un calcolo matematico mentale per gestire le cose, questa è la difficoltà principale che ho avuto nelle prime gare”, ha sottolineato Giovinazzi.
FONTE ULTIMENEWS24.IT